Decreto Rilancio, trovato accordo su migranti, colf e badanti

Decreto Rilancio, dopo non poche tensioni tra maggioranza e opposizione e anche interne alla stessa frastagliata maggioranza di governo, pare sia in fine finalmente arrivato un solido accordo tra Pd e M5S.

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Si propende per la regolarizzazione dei migranti impiegati in agricoltura, con alcuni distinguo, come l’esclusione da questa sorta di sanatoria dei datori di lavoro condannati per caporalato o altri gravi reati, come lo sfruttamento della prostituzione e naturalmente l’immigrazione clandestina.

Decreto Rilancio: le misure a sostegno di imprese e lavoratori

Si tratta di una vera e propria maxi manovra che vale la bellezza di 55 miliardi. Dopo giorni di tensione oggi il Consiglio dei Ministri approverà la norma sulla regolarizzazione dei migranti il cui accordo è arrivato assieme a quello sulle coperture delle varie misure economiche messe in campo a sostegno di imprese e famiglie in difficoltà.

Il Decreto Rilancio nel Consiglio dei ministri pare sia cosa fatta, l’accordo c’è e anche sul fronte delle coperture non si evidenziano particolari criticità.

Decreto Rilancio: Importi e coperture della manovra

Arrivano 10 miliardi per la cassa integrazione, 4 miliardi per il taglio dell’Irap, 6 miliardi per il sostegno alle Piccole e Medie Imprese, 2 miliardi per aiutare i negozianti ad adeguarsi alle nuove norme sanitarie per limitare i rischi connessi al Covid-19, 2 miliardi per sconti e bonus fiscali, 2,5 miliardi per il rilancio del turismo e il supporto alla cultura, 5 miliardi da destinare a sanità e sicurezza. In tutto, come anticipato, la manovra vale 55 miliardi (130 di liquidità) e ha quindi reso necessaria la richiesta da parte del Governo Conte di uno scostamento di bilancio.

Decreto Rilancio: l’accordo politico

Dopo riunioni fiume, accordi e smentite e tanta tensione (in gran parte interna alla maggioranza di governo), alla fine i nodi si sono sciolti e le diverse sensibilità interne a Partito Democratico e Movimento 5 Stelle pare abbiano trovato una sorta di punto di equilibrio o se si preferisce un compromesso, difficile anche solo da immaginare uno o due giorni fa.

Vito Crimi, capo politico dei 5 stelle, ha definito il punto di accordo finale come «soddisfacente» con particolare riferimento alla centralità riservata al «lavoro regolare». Da Luigi Di Maio è arrivata una manifestazione di fiducia nei confronti di Crimi e da parte del Governo la volontà di portare il decreto in Consiglio dei ministri in tempi rapidissimi. Le opposizioni e in particolare la Lega di Salvini, come ovvio la vedono molto diversamente e annunciano battaglia.

A Palazzo Chigi pare si sia ritrovata una giusta dose di distensione, su temi senza dubbio delicati e di vitale importanza per il presente e il futuro del paese, che come noto sta vivendo una pagina certo non facile della sua storia.

Anche Peppe Provenzano, ministro PD per il Sud e per la Coesione territoriale, ha confermato l’intesa raggiunta e ha specificato come le misure adottate e condivise riguarderanno braccianti agricoli, colf e badanti, non solo stranieri, ma anche italiani. Non si tratta di stranieri, comunitari, extra comunitari o italiani, ma di rispetto della legge e dei diritti di ogni lavoratore.

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