Da Bankitalia monito a riavviare subito l’economia

L’attenzione giustamente dedicata all’emergenza sanitaria si sta sempre più spostando su quella economica e finanziaria. Da più parti si teme una crisi che potrebbe essere peggiore a quella del 2009.

Tra le ultime voci a chiedere un rapido riavvio dell’economia nazionale, per scongiurare scenari potenzialmente disastrosi, c’è stata quella del direttore generale di Bankitalia.

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Bankitalia: fondamentale salvare le aziende

La ricetta di Bankitalia è chiara, per prima cosa è fondamentale cercare di scongiurare la chiusura delle aziende duramente colpite da mesi di chiusure e limitazioni.

Serve nell’immediato uno sforzo corale finalizzato al sostegno delle PMI italiane, il che significa sfruttare la liquidità messa a disposizione dall’Europa e disponibile a tassi molto vantaggiosi. Come ben sappiamo sul tema la politica nazionale ha visioni e sensibilità molto diverse, ma Bankitalia pare avere le idee decisamente chiare. Bisogna agire con tempestività, per evitare di perdere aziende e con esse, competenze e capitale, sia fisico che umano.

Un Paese che perde le sue aziende subisce un danno che spesso si rivela duraturo nel tempo e molto difficile da risanare, senza dubbio è meglio intervenire per scongiurare le chiusure, rispetto che per cercare di incentivare complesse riaperture in seguito.

La ricetta di Bankitalia a sostegno delle aziende

Per i vertici di Bankitalia è assolutamente  essenziale che il credito di cui le azienda hanno assoluto bisogno in questa difficile fase, diventi per loro accessibile e disponibile in tempi rapidi e senza eccessive complicazioni burocratiche. Più che prestiti, senza dubbio utili, ma spesso non risolutivi, servono poi misure di sostegno a fondo perduto, che permettano di rafforzare il capitale delle imprese, spesso già oggi alle prese con debiti difficili da ripagare.

Non solo riaperture, ma autentica ripartenza

Si parla molto di riaperture, si decidono date e modalità, ma sarebbe meglio parlare di ripartenza. Per farlo però bisogna associare al termine i giusti strumenti.

La riapertura fisica di negozi, locali e aziende di vario tipo è importante, ma bisogna prevedere che gli equilibri tra domanda e offerta potrebbero variare anche fortemente. La politica, in particolare quella economica, dovrà giocare un ruolo primario e cambiare fortemente il suo approccio.

Quella che ci aspetta è una ripartenza complessa, per certi versi simile a quella seguita ad un periodo di guerra. Dobbiamo attenderci non poche incertezze sul piano economico, è difficile immaginare con chiarezza la reale fine dell’emergenza, ma quel che è certo è che dei danni ci sono e ci saranno.

L’Italia registrerà una diminuzione del suo Pil pari all’8%, tra le peggiori del mondo, nonostante questa crisi sia un fenomeno globale. Potremo iniziare a recuperare già dal 2021, ma per riuscirci riavviare l’economia reale, da subito, sarà assolutamente fondamentale. Questa deve essere la priorità per il paese e la sua politica.

Si parla molto di come siamo cambiati durante la pandemia, bisognerebbe interrogarsi di più anche su come sono cambiati e cambieranno a breve anche i modelli di consumo e i modi di fare impresa.

Ripartire dopo la crisi significherà anche essere aperti al cambiamento, a cogliere nuove opportunità e lasciarsi alle spalle modelli ormai superati.

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