Cessione del quinto dello stipendio 5 cose da sapere

Cessione del quinto dello stipendio, 5 cose che forse non sai e che devi assolutamente sapere

Cos’è la cessione del quinto dello stipendio? Chi può beneficiare di questa formula di prestito? Quali richieste vengono fate? Perché si chiama così? 5 cose da sapere su questa importante formula di prestito personale.

Cessione del quinto dello stipendio – cosa è?

Come riportato dalla guida sulla cessione del quinto del comparatore SuperMoney, si tratta di una forma di prestito personale che consente di ottenere liquidità restituendo l’importo ricevuto attraverso l’addebito della rata in busta paga o sulla pensione.

Con il termine “cessione” si indica il prelievo diretto dalla fonte di reddito del richiedente; con “del quinto” .
Perché “del quinto”, invece, si indica l’ammontare massimo della rata, che non può superare il quinto dello stipendio netto o della pensione del richiedente. Puoi approfondire l’argomento della Cessione del quinto dello stipendio sul blog www.cessionedelquintok.com

Cessione del quinto dello stipendio
Cessione del quinto dello stipendio

 

Cessione del quinto dello stipendio – garanzie richieste

All’atto della richiesta il finanziatore deve presentare solo due garanzie:

  • l’ammontare del TFR maturato per il lavoratore dipendente;
  • l’ammontare della pensione per il pensionato.

Perché non sono necessarie ulteriori garanzie come ipoteche o fidejussoni? Semplice, la restituzione della rata attraverso l’addebito diretto annulla i rischi di insolvenza del cliente.

Chi può beneficiare della cessione del quinto dello stipendio?

 La cessione del quinto dello stipendio si rivolge a lavori dipendenti e pensionati appartenenti a determinate categorie:

  • dipendenti pubblici statali;
  • dipendenti di aziende private con contratto a tempo indeterminato e con anzianità lavorativa minima maturata;
  • pensionati INPS e INPDAP. 

Quale documentazione presentare per la richiesta?

cessione del quinto documenti richiesti
cessione del quinto documenti richiesti

La documentazione richiesta varia a seconda che il soggetto sia dipendente o pensionato, ma i documenti comuni sono:

  • dati anagrafici
  • dati personali
  • informazioni reddituali
  • dati relativi alla posizione lavorativa o pensionistica.

I documenti specifici per le singole categorie, invece, sono:

  • il certificato di stipendio (per i lavoratori dipendenti) con indicata data di assunzione, retribuzione lorda e netta, TFR maturato ed eventuali trattenute o pignoramenti già accreditati sullo stipendio;
  • l’ultima busta paga o il cedolino della pensione;
  • il consenso dell’azienda, che si impegna a effettuare i pagamenti con delega a favore del datore di lavoro per consentire il prelievo dallo stipendio dell’importo della rata.

Quali sono le voci di spesa fondamentali nella cessione del quinto?

Per la cessione del quinto, come per ogni altra forma di prestito, è necessario considerare nel dettaglio le voci di spesa, prima di avviare la pratica; ecco quali sono quelle fondamentali:

  • le spese di istruttoria: tutti i costi necessari alla valutazione e alla gestione della domanda che l’ente erogatore pone al richiedente;
  • le spese assicurative: i costi relativi alle coperture assicurative richieste;
  • le commissioni bancarie: trattenute dall’importo netto erogato (come per le spese assicurative);
  • il TAN, Tasso Annuo Nominale;
  • il TAEG, Tasso Annuo Effettivo Globale.

Importo limite e durata del finanziamento tramite cessione del quinto

L’importo è connesso all’ammontare dello stipendio o della pensione, al TFR e all’anzianità lavorativa maturata: più queste tre variabili aumentano più crescono le possibilità di ricevere somme più elevate.

Anche la durata è variabile, ma, in generale, la durata massima del finanziamento è di 120 mesi e la minima non è inferiore ai 24 mesi. Come è logico che sia, il termine massimo non può eccedere il termine del rapporto di lavoro o del pensionamento, tranne in un caso: i dipendenti ministeriali possono decidere se estinguere il debito o rateizzarlo sulla pensione.

Per i pensionati, in particolare, la scadenza non può eccedere il 90º anno di età, anche se alcune banche erogano prestiti solo fino a 85 anni.
Alcuni gruppi bancari, invece, facendo ricorso al fondo previdenziale INPDAP, riescono a erogare contributi fino a un massimo di 95 anni di età.

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